Questo libro è un libro, forse, ottimista che prova a riscrivere alcune narrative che oggi definiscono il discorso progettuale occidentale attraverso nuovi miti rivolti alla costruzione di un futuro compassionevole e di coesistenza. Attraverso un discorso costruito collettivamente, a più tracce, il libro riconcettualizza il progetto urbanistico e architettonico nella sua dimensione intima, relazionale, riparativa, amplificando certe possibilità del pensiero spaziale attraverso strategie che suggeriscono un movimento e un’azione animalesca e straniante. In una situazione instabile, quale quella attuale, tali qualità e dimensioni progettuali possono avviare relazioni migliori tra differenze, tra diversi collettivi, soggetti, immaginari. E, infine, favorire una maggiore solidarietà tra forme di vita. Coesistenza, vale a dire progetto dell’intimità radicale.