Parlando dei musei, Alberto Giacometti ricordava che l’impressione da lui provata visitando il Louvre era simile a quella che si avverte ascoltando un racconto interrotto da reiterati inceppamenti dell’apparato fonatorio. «Tutte quelle opere», scriveva, «hanno un’aria così misera, così precaria, un percorso balbuziente attraverso i secoli, in tutte le direzioni possibili, ma estremamente sommario, ingenuo, per circoscrivere un’immensità formidabile – la vita». Capita spesso che anche le mostre d’arte e di architettura suscitino un’impressione analoga, mentre dovrebbero essere concepite e allestite per porre rimedio alla balbuzie di cui scriveva Giacometti. 

Perché questa condizione si verifichi, è necessario dedicare all’allestimento di una mostra la medesima cura che uno scrittore dotato riserva ai racconti, eliminando gli “impedimenti fonetici” dal fluire delle immagini e delle suggestioni, offrendole, e così facendo interpretandole, alla intelligenza di chi osserva. Allestire una mostra appartiene all’arte del porgere. A quest’arte, all’arte capace suscitare il piacere che si prova quando osservando ci si trova nella condizione di conoscere la storia anteriore di quanto è offerto alla vista, appartiene l’allestimento progettato da Francesco Venezia per la mostra Pompei e l’Europa, 1748-1943 allestita nel Museo Archeologico di Napoli nel 2015.

Francesco Dal Co
Francesco Venezia e Pompei
L’architettura come arte del porgere
isbn 9788862421652
current edition 9 / 2015
first edition 9 / 2015
language Italian
size 12x18cm
pages 80
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binding paperback
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