Una sorta di paradosso sembra minare l’efficacia delle politiche pubbliche di riqualificazione o rigenerazione urbana, in special modo nelle aree centrali e semi-centrali delle grandi città soggette a processi di marginalizzazione e periferizzazione: nella migliore delle ipotesi, gli interventi si traducono in palliativi incapaci di incidere sui problemi strutturali. Nella peggiore, producono un’espulsione degli abitanti storici e meno abbienti mediante l’innalzamento dei valori del mercato immobiliare, acuendo le ingiustizie socio-spaziali e le disuguaglianze che gli interventi stessi si proponevano di risolvere. Ogni riqualificazione, che sia prodotta dalle politiche pubbliche o dalle pratiche urbane attivate dagli abitanti, è apparentemente destinata al fallimento, in quanto attivatrice di quel fenomeno che diffusamente viene chiamato “gentrificazione”.
Il libro, attraverso l’analisi quali-quantitativa della trasformazione recente del quartiere di Centocelle, nella periferia storica del quadrante Est di Roma, problematizza tale categoria, svelando la natura profonda, radicata ed insidiosa del carattere estrattivo che contraddistingue i modelli di sviluppo urbano dominanti. Non si tratta di sostituire banalmente una categoria con un’altra - dalla gentrificazione all’estrattivismo urbano - ma offrire una lettura più adeguata a restituire la complessità della città contemporanea: queste categorie non vanno concepite come dispositivi esplicativi, quanto come campi di tensione interpretativa che devono spingerci a indagare le cause e i meccanismi profondi dei fenomeni urbani, per individuare i nodi da sciogliere e superare le contraddizioni.