Roma, Napoli, Atene e Buenos Aires.
Che cosa hanno in comune queste città?
Sicuramente la luce, la vicinanza del mare, il carattere degli abitanti e la fattura di alcuni edifici che conferisce a molte strade una certa inattualità, ma non basta. Il legame maggiore risiede nello sguardo di chi le osserva.
Città analoghe è un diario di viaggi e di frequenti peregrinazioni in luoghi vicini e familiari con al centro sempre il tema della città concepita come un testo su cui tornare spesso per il puro piacere della lettura. Ma è anche un modo originale di trattare la storia dell’architettura, servendosene come un rivelatore capace, proprio come un acido in camera oscura, di far emergere i ricordi.
E infine rispecchia la scelta, non secondaria, di tornare a fotografare con una vecchia macchina analogica da tempo in disuso. Forse solo per provare ad avvicinarsi allo stile di quei documentari sulle città tante volte visti negli archivi audiovisivi.