Il libro esplora il legame tra Paul Klee e Ludwig Mies van der Rohe, nella consapevolezza di come le
loro opere e il loro modo di pensare abbiano influenzato la cultura artistica e architettonica della modernità. Artista e architetto, nelle loro rispettive discipline, si confrontano in una fase storica in cui tutte le arti si interrogavano sui loro statuti, influenzandosi reciprocamente. Come noto Mies ha spesso evocato Klee nelle sue opere in numerosi collage, dimostrando una connessione profonda che trascendeva il semplice interesse del collezionista.
L’indagine comparativa tra Klee e Mies esplora le risonanze tra i due come interpreti autentici del loro tempo – implacabili, come diceva Benjamin – con uno sguardo sulla modernità che include profondità storica, giudizio critico e dimensione spirituale. Le opere di Mies sono analizzate come composizione di elementi di un insieme poetico dove l’architettura, in dialogo con l’arte, libera la parete dal semplice fatto costruttivo elevandola al ruolo di piano concettuale.
La ricerca condotta in questo libro, supportata dall’analisi delle lettere personali e documentata con inediti materiali dell’archivio del Klee Zentrum, presenta per la prima volta tutti i 26 quadri posseduti da Mies impaginati in ordine di acquisizione e presenta continui rimandi tra le opere architettoniche e il lavoro artistico. Il testo propone una lettura dell’opera di Mies che va oltre le interpretazioni storico-critiche consolidate, suggerendone un’integrazione di significati.
Con contributi di Giovanni Leoni e Renato Capozzi
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