Negli ultimi anni la letteratura sul Progetto urbano in Europa si è arricchita di studi e ricerche che hanno attraversato la cultura del progetto, interpretando la frontiera tra la disciplina dell’architettura e quella dell’urbanistica, con differenti approfondimenti scientifici. A questa copiosa produzione teorica non è corrisposta un’attenzione ai modi con cui, nel passaggio dalla fase speculativa a quella realizzativa, gli interventi si confrontano/scontrano con la complessità del territorio e del paesaggio. Spesso si assiste a una condizione di deriva, generata da situazioni imprevedibili, che ‘perturbano’ il percorso di attuazione con perdite e riprese di rotta, ma che in fondo, come una serendipity, possono offrire il piacere di raggiungere approdi inattesi, mentre se ne cercavano altri. È questo, in fondo, il significato del Progetto urbano: sostanza di cose sperate e, contemporaneamente, opera aperta.
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