Tra la fine degli anni Ottanta del Novecento e l’avvio dei Duemila l’area ionico etnea della Sicilia orientale fu oggetto di ricerche ispirate a un approccio storiografico nuovo, volto a problematizzare la rappresentazione di un Mezzogiorno immobile e di una campagna meridionale desolata. Tali studi si soffermarono su alcuni tratti del territorio tra Ottocento e Novecento: struttura della proprietà fondiaria, processo storico di costruzione del paesaggio agrario, ruolo delle città medie nell’organizzazione dei servizi, dei saperi e dei traffici, presenza di un ceto borghese capace d’iniziativa imprenditoriale. A un ventennio di distanza questo volume passa in rassegna ed aggiorna i frutti di quella stagione storiografica, riprendendo il filo della narrazione storica a partire dalla transizione dalla fase dell’intervento straordinario a quella delle politiche nazionali e comunitarie ispirate alla programmazione negoziata. La riforma delle autonomie locali con l’ascesa di un nuovo ceto di amministratori locali fu uno snodo importante di questa vicenda. Nella fragilità e nel tramonto della stagione delle “cento città” s’individua il sostrato storico politico-istituzionale della profonda crisi identitaria e ambientale che investe il territorio.