La diffusione degli interventi su edifici esistenti o lacerti di essi consente oggi un’analisi puntuale degli strumenti operativi del progetto e delle strategie di trasformazione. Qualsiasi materiale preesistente ha le potenzialità per essere considerato parte di un processo creativo; la sua forma, quale essa sia, risulta in continua dialettica tra permanenza e mutamento ed è interpretabile, nel suo assetto in continua metamorfosi, come un “montaggio” del Tempo: osservare una preesistenza come se fosse una pellicola “montata”, analizzare le connessioni e le divergenze formali che l’hanno trasformata, “s-montare” i procedimenti ideativi avvenuti sulla preesistenza “fotogramma per fotogramma”, permette di individuare non solo le azioni che hanno generato i nuovi segni ma anche le possibilità dinamiche della sua forma.
Il montaggio, che nel cinema è la soluzione tecnica per legare due inquadrature, diventa in architettura un’operazione ideativa, le sue tecniche strumenti compositivi di legame con la memoria. Il saggio, seppur destinato a studiosi del settore, ha un impianto interdisciplinare con i suoi molteplici punti di contatto tra immagine, immaginazione, cinema, montaggio, architettura e composizione. L’esplicitazione di un atlante di progetti suddivisi per processo ideativo permette di estrapolare strumenti immediati per una nuova prefigurazione formale della preesistenza attivando immagini-guida da cui avviare il progetto.