Nel 1956 la Municipalità di Matosinhos incarica Fernando Távora di realizzare un parco pubblico in un’area residua dei lavori di ampliamento del porto, in cui sorgevano due ville rurali con le relative tenute. Nel momento in cui Távora interviene sul terreno vi sono solamente i resti del chiostro di un convento quattrocentesco mai completato, alcune fontane monumentali e una cappella. Távora decide di non affrontare l’immagine perduta del convento, di cui non propone una restituzione, ma di indagare il “rituale spaziale” dell’esistente e tale indagine, che di fatto genera il progetto, avviene camminando, attraversando ripetutamente, “viaggiando” all’interno del luogo. 

La Quinta da Conceição è dunque un progetto fondativo del metodo progettuale tavoriano che ne rivela gli aspetti più sottili, legati alla esperienza dei luoghi piuttosto che alla loro rappresentazione. 

Il volume propone un esercizio di lettura affidato allo sguardo fotografico di diversi autori – Roberto Collovà, Alessandra Chemollo, Ivana Barbarito, Sebastiano Raimondo – in diversi tempi. La diversità degli sguardi su un’opera al tempo stesso sfuggente ed esemplare offre occasione per una riflessione, anche di carattere generale, riguardo a temi quali il rapporto tra l’architettura e le sue rappresentazioni, gli aspetti performativi del progetto, la conoscenza della dimensione.

con un testo di Álvaro Siza


a cura di Antonio Esposito, Giovanni Leoni
La Quinta da Conceição di Fernando Távora
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18,00€
17,10€
isbn 9788862429429
collana HPA
numero 2
edizione corrente 9 / 2024
lingua Italiano
formato 16,5x24cm
pagine 128
stampa colore
rilegatura brossura
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I curatori
Antonio Esposito (1961) insegna Composizione architettonica e urbana presso l’Università di Bologna e distribuisce il suo impegno tra la progettazione, l’insegnamento e l’attività di ricerca focalizzando l’attenzione sulla riqualificazione delle...

Antonio Esposito (1961) insegna Composizione architettonica e urbana presso l’Università di Bologna e distribuisce il suo impegno tra la progettazione, l’insegnamento e l’attività di ricerca focalizzando l’attenzione sulla riqualificazione delle aree urbanizzate nel secondo dopoguerra. Ha prodotto e pubblicato diversi studi sull’architettura contemporanea portoghese, realtà con la quale ha stretto un rapporto di confronto culturale da oltre trent’anni.

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Giovanni Leoni (1958) insegna Storia dell’Architettura presso l’Università di Bologna. Le sue ricerche si incentrano sulla teoria e la pratica del progetto tra Otto e Novecento con particolare attenzione ai modelli di creatività, alla relazione tra Personalità e Anonimato e al ruolo del progetto di architettura nei processi sociali e politici. Dirige le riviste Histories of Postwar Architecture e European Journal of Creative Practices in Cities and Landscapes (con Carole Hein, TU Delft).

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