Il volume affronta il tema della devianza minorile e delle strutture fisiche in cui vengono ristrette le persone minorenni attraverso una visione multidisciplinare che intreccia pedagogia, architettura, diritto, sociologia e arte. Offre una fotografia del dibattito attuale, tra proposte, contraddizioni normative in una realtà in costante trasformazione e propone un’analisi critica dei modelli esistenti, suggerendo proposte con uno sguardo innovativo. Un mosaico di saperi e testimonianze che sollecita un cambio di paradigma e ribadisce una verità imprescindibile: l’architettura può (e deve) farsi strumento pedagogico, di risocializzazione e di speranza. Il volume intende rompere il silenzio su una realtà spesso ignorata, sollecitando riflessioni, nuove strategie e investimenti concreti per il futuro dei minorenni ristretti.
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