Nelle città occidentali riparare un oggetto, specialmente elettronico, è un’impresa impossibile, invece al Cairo la cultura della riparazione è molto diffusa. Alcuni quartieri sono interamente occupati da mercati di pezzi usati e da riparatori che aggiustano dalle auto ai telefonini. La riparazione costituisce una microeconomia che trasforma lo spazio urbano divenendo una solida forma inerziale di resistenza alle trasformazioni dell’economia globalizzata. La cultura della riparazione si oppone al consumo della città e si configura come una pratica continua collettiva in cui la sopravvivenza assurge a valore etico.Come la riparazione può diventare una strategia di rinnovamento per megalopoli come il Cairo? Come questa cultura, con uno spostamento trasversale, può aprire nuove prospettive di innovazione fuori dai luoghi comuni del vecchio e del nuovo, del passato e del presente, della cultura alta e di quella popolare, della spontaneità e della coscienza, del contesto e dell’autonomia?