Su Enrico Calandra (1877-1946) ha pesato un lungo silenzio storiografico. Le memorie dei suoi allievi — tra questi Giuseppe Samonà, Lina Bo, Bruno Zevi — ci consegnano il ritratto di un maestro in anni che di maestri sono assai poveri. Attraverso lettere, scritti e disegni emersi dall’archivio dell’architetto, questo libro restituisce in un’unica immagine i molti volti di Enrico Calandra: quello del giovane architetto alla ricerca della modernità, quello del maestro amatissimo dagli allievi più diversi, quello dello storico dell’architettura impegnato nella definizione dei fondamenti di una disciplina che da allora, grazie anche ai suoi studi, appartiene agli architetti.
Le tracce di una storia individuale e familiare che ha origine nella Sicilia di fine Ottocento ci conducono lontano verso una storia dell’architettura – e non solo – che racconta l’Italia negli anni difficili delle guerre mondiali e del regime fascista.