Cittadinanza è un termine ormai così diffuso nella percezione comune, da risultare persino abusato. Ma che significato assume quello stesso termine se, piuttosto che legarlo alla rivendicazione dei diritti di cittadinanza, lo si associa all’assunzione della sua responsabilità? E quale prospettiva apre, l’essere cittadini, se questo non si limita alla vigilanza etica sul funzionamento della città, ma si estende piuttosto all’adozione di un atteggiamento attivo e consapevole nella “evoluzione” concreta del patrimonio che ogni generazione lascia a quelle successive? Il compito di ogni generazione è arricchire l’eredità ricevuta, piuttosto che dilapidarla. Ma questo richiede una specifica formazione: la conoscenza della storia, la capacità dell’agire collaborativo, la disponibilità alla cooperazione, la responsabilità dell’azione individuale; tutte disposizioni da far acquisire sin da piccoli ai nuovi cittadini. Patrick Geddes, scienziato, attivista e filosofo nato in Scozia e vissuto al passaggio tra ‘800 e ‘900, ha fatto di quella formazione una ricerca costante e feconda, fino a definire una disciplina che architetti, urbanisti e ambientalisti tuttora studiano: Civics, la scienza da applicare alla trasformazione dell’ambiente abitato, fondata sull’azione dei suoi cittadini.
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