L’artista plurale […] è colui che sa incrociare le sensibilità collettive e le esigenze territoriali; il suo lavoro non è più decontestualizzato e avulso dall’ambiente nel quale vive, ma in piena autonomia ne coglie le emergenze […] per elaborale sul piano espressivo.
Andrea Balzola, Palo Rosa, L’arte fuori di sé, 2011
In dieci anni la radicale mutazione percettiva ed esperienziale del territorio ci ha spinto a trasformare il volume in un osservatorio sul tema della narrazione artistica site specific con l’uso di nuove tecnologie.
Nel nuovo palinsesto emergono: la rilevante creatività delle donne e della gender fluidity nelle performance, la rigenerazione dello spazio urbano verso uno spazio drammaturgico, la reinterpretazione di patrimoni materiali e immateriali con la luce.
Il libro racconta esperienze, raccoglie posizioni, propone antidoti e nuovi orizzonti, per restituire all’arte centralità sociale, ridefinizione etica ed estetica. In questo contesto l’artista plurale non crea opere ma relazioni, lavora in rete senza perdere la sua autorialità.
Più di una seconda edizione quindi, un libro “ridisegnato”, collettore di quella mutazione del patrimonio collettivo che chiamiamo cultura del territorio.
V.F. e L.R.