Il tema della “costruzione resiliente” è oggetto di crescente attenzione da parte della cultura architettonica, impegnata da tempo a elaborare buone pratiche che soddisfino quell’istanza di sostenibilità che è nelle preoccupazioni di ampi settori della società civile, della cultura e, ormai, anche nell’agenda delle politiche economiche di molti stati. Questa sensibilità non manca di stimolare ricerche anche nei saperi più direttamente connessi alla tutela del patrimonio costruito e, tra questi, la storiografia architettonica. Il libro raccoglie le relazioni al seminario Houses for the earthquakes in the European Architecture from Lisbon 1755 to Messina 1908, tenutosi il 22 aprile 2020 nell’ambito del ciclo di lezioni Resilient construction in the XVIIIth and XIXth architectural literature and in built architecture. Critically rethinking the “alternative” building, curato da A. Grimoldi per il PhD in Preservation of Cultural Heritage del Politecnico di Milano. I saggi presentano alcuni casi-studio ritenuti emblematici del modo in cui, dopo il sisma di Lisbona del 1755, l’emergere di una cultura del progetto fondata su calcolo, previsione e scienza si è innestato su una antica e consolidata tradizione di esperienze empiriche allo scopo di elaborare protocolli e procedure “resilienti” di grande interesse.