Carico di accezioni differenti, amalgama di significati nei molteplici riferimenti all’attività creativa di qualunque genere, il mestiere del fare design – e il progetto in generale – viene istintivamente associato all’idea di una invenzione irripetibile, all’esaltazione per una forma unica, al concetto di creazione intesa come tabula rasa.
La produzione di Mario Pagliaro smentisce quest’accezione di-vulgata della parola, ormai tanto radicata da diventare quasi sinonimo di stranezza, stravaganza.
I suoi arredi si caratterizzano piuttosto per la non eccezionalità, per la sostanziale ripetizione di un atteggiamento finalizzato alla comprensione del materiale, delle sue potenzialità in rapporto alla tecnica costruttiva, in un esercizio che si compone di verifiche costanti, nel raggiungimento di una radicalità espressiva oltre che funzionale e produttiva.
Un approccio al progetto fatto di disciplina, di prove ripetute e vincoli stringenti. Il fine non è raggiungere l’obiettivo, ma allenarsi regolarmente affinché sia possibile avvicinarsi.
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