È ancora possibile ripartire dall’aula per ripensare la scuola del futuro? L’aula scolastica come unità minima della scuola – senza un riferimento, né limite preciso, così come senza una forma prestabilita oggi da ridiscutere – può diventare crediamo il primo passo di avvicinamento alla composizione dei luoghi per l’apprendimento per affrontare il tema dell’architettura scolastica e contemporaneamente l’occasione per introdurre la necessaria componente interdisciplinare. Un rovesciamento di scala, capace di avviare una prima riflessione sul luogo minimo e non riducibile ulteriormente rivolto all’apprendimento, sviluppando la concreta sinergia tra la qualità dello spazio progettato e i nuovi metodi della formazione. Un corpo a corpo tra le due discipline che impone da una parte un’idea pedagogica sempre più lontana da quel pericoloso “su misura” a cui spesso assistiamo nelle tante scuole costruite in tempi recenti e dall’altra un aperto ascolto da parte dell’architettura, di tutte quelle istanze che indirizzano le ragioni più profonde delle nostre figurazioni.
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