L’idea di perfezione della forma urbana contrapposta al non finito dello spazio architettonico della città e delle sue parti è qui indagata e applicata a un caso emblematico, se non unico nel panorama urbano delle città di fondazione, com’è quello voluto e idealizzato dai veneziani con la fondazione nel 1593 della città-fortezza di Palmanova.
Per il significato storico, culturale e figurativo che ancora oggi riveste Palmanova, la ricerca mette in campo un particolare approccio alla città antica confrontandosi con la condizione del progetto contemporaneo che, nel caso delle città di fondazione militari, riveste ancora maggior significato nel voler portare a soluzione tematiche d’intervento legate al recupero e alla loro rifunzionalizzazione. E nel caso di Palmanova, gli edifici militari, posti a ridosso dei bordi interni-esterni della città come veri e propri fondali urbani, ne evidenziano il carattere monumentale, evocando attraverso la loro architettura l’immagine dell’antica “Palma”.
Nel quadro generale di appartenenza storica di Palmanova alle città rinascimentali, il concetto di città ideale costituisce una sorprendente chiave interpretativa per l’osservazione dei fenomeni architettonici in essa compiuti attraverso il tempo o da compiersi con un’operazione di reinvenzione.
Da ciò, il riferimento ad alcuni casi studio analoghi, così come il tema del completamento, anzi del compimento del disegno urbano interno alla città – le sei piazze di sestiere, per esempio, mai realizzate architettonicamente – ha consentito di esplorare la singolare natura dello spazio urbano di Palmanova, sospesa, ancora oggi, tra ciò che è il suo presente e la memoria della sua vita precedente, tra un lento e inevitabile abbandono di alcune sue parti e una possibile vita nuova per la città tutta.