Primo di due volumi dedicati alla Città Collettiva, il libro presenta, attraverso un racconto per immagini, un’esperienza amministrativa e progettuale, che ha attraversato la Città di Napoli tra il 2013 e il 2021, delineando una visione il cui orizzonte di attesa resta tutt’oggi vivo e aperto.
Al centro di questo racconto è la Città Collettiva, nel suo emergere come una dimensione che anima profondamente la Città, per tradursi in architettura o in suoi frammenti di materia e di pensiero, pronti a inseminare forme, spazi, luoghi, processi, entro cui è il farsi dell’organismo urbano.
È a partire da un insieme di esperienze, che trae origine il nucleo di questo libro, i cui materiali si ritrovano in inediti archivi, fatti di dialettiche forti e di dialettiche deboli, di memorie biografiche della Città, come di momenti irriproducibili in cui hanno trovato spazio e accoglimento istanze, proiezioni, desideri delle collettività, nel loro farsi ideazione e processo e, infine, documento, decisione e delibera e, di là in poi, traduzione tangibile e attuazione.
Entro tale racconto, trovano spazio l’insieme dei processi che hanno condotto alle progettazioni del Lungomare di Napoli, di Bagnoli, di Scampia, dell’ex Area Nato, dei moli cittadini, delle aree di costa e delle aree Unesco, come il telaio delle scelte che ha trovato formalizzazione nel Piano Urbanistico Comunale, nei Piani di Edilizia Residenziale Pubblica, nei Piani Urbanistici Attuativi, nel Documento Strategico dell’Autorità di Sistema Portuale, come nell’intero piano della mobilità e della connettività infrastrutturale cittadina. Un insieme organico di progettazioni e di realizzazioni, in cui la Città Collettiva si fa spazio di istituzione di processi, allineandoli secondo fasi, metodi e luoghi della soggettivazione collettiva. È questa visione, nelle sue forme istituenti, costituenti e deliberative, che attraversa la Città e ne forma l’ossatura, il cui naturale manifesto sta nelle profondità delle sue forme e delle sue relazioni, che questo libro prova a descrivere, per prolungarne il movimento.