In un momento caratterizzato da una profonda crisi di sistema che investe l’economia e gli assetti produttivi, ma anche le identità e i valori socio-culturali, si moltiplicano i dibattiti e le opinioni che indicano nel ritorno a una rinnovata dimensione del “fare” una via d’uscita possibile per riavviare processi economici innovativi, che ridiano centralità alle persone e alle comunità. Recuperare il “saper fare” artigianale, al tempo dell’intelligenza collettiva, dell’internet delle cose, dell’open source e dei fablab, può essere occasione di rinascita economica e sociale, individuale e collettiva, di più generazioni di progettisti e innovatori, minacciati negli ultimi anni dallo “spettro dell’inutilità” evocato da Sennett. Anche nella prospettiva di dare un contributo alla formazione dei nuovi designer, il libro cerca di mettere a fuoco e descrivere criticamente alcuni aspetti del fenomeno dei makers e delle start-up innovative in continua e magmatica evoluzione, proponendo una riflessione a più voci – sviluppate intorno a occasioni di ricerca ed esperienze didattiche – su alcuni temi fortemente emergenti nella cultura del design, come il rapporto tra pratiche progettuali e processi di conoscenza, mediato dalle nuove tecnologie.
Collana: Design e contesti (diretta da Viviana Trapani)