L’urbanistica attuale è costretta a dividersi tra esigenze universali e istanze particolari, scontando spesso il limite di una colpevole parzialità del processo di analisi e di interpretazione dello stato di fatto. A più riprese, in passato, si è tentato inutilmente di collegare le strategie urbanistiche agli sviluppi socioeconomici della comunità locale, ma se oggi il progetto urbanistico ancora reclama una dimensione multiscalare e multidisciplinare ciò deriva dalla riconosciuta urgenza di una nuova compliance spaziale tra reti e luoghi. Il libro, frutto di un percorso di ricerca dottorale, indaga il concetto di “effetto urbano” come sintesi tra scelte urbanistiche, dinamiche sociali e soluzioni architettoniche. La tesi sostenuta è che esiste una preoccupante discrasia tra il piano urbanistico e la definizione architettonica della città pubblica, una “terra di nessuno” tra il controllo delle dinamiche immobiliari e il disegno dello spazio urbano, un vuoto nel quale si insinua la tendenza degli strumenti urbanistici a inibire gli usi promiscui e flessibili degli spazi urbani centrali. Attraverso la lettura e l’analisi critica di alcuni progetti esemplari, questo lavoro individua le principali linee di azione per la realizzazione di un efficace programma unitario di rigenerazione urbana.